Cuoricini: valutazione, autovalutazione e intelligenza emotiva

La consapevolezza come elemento fondamentale per una sana crescita emotiva e la costruzione del proprio percorso personale.

I like. Le view. Le condivisioni. Gli insight. Cuoricini, volevi solo cuoricini. Le foto dei bambini che fanno cose. I loro voti. Cuoricini, cuoricini.

Le riflessioni e la critica alla società della performance non sono una novità, già dalla metà degli anni ‘60 del secolo scorso filosofi e sociologi avevano iniziato ad occuparsi della tendenza ad oggettivare la realtà e dei bisogni che quindi vengono indotti dalla dipendenza da un certo tipo di valutazione della realtà (per citarne solo un paio: G. Debord, La società dello Spettacolo e H. Marcuse, L’uomo ad una dimensione). Dal livello filosofico alla vita reale, oggi nel 2025 siamo giunti alla cosiddetta società della performance, nella quale la valutazione dei nostri prodotti (sociali, estetici, di lifestyle, ma anche scolastici ed evolutivi) è diventata una new addiction, una dipendenza comportamentale. In questa distorsione tutto diventa forma di espressione, comunicazione, narrazione e esibizioni e, maggiormente, valutazione. E cosa accade allora se si smette di essere valutati? Si smette di esistere.
Gli specialisti dell’età evolutiva oggi si interrogano trovando molte connessioni sulla correlazione tra questi elementi di dipendenza da valutazione e i disturbi d’ansia e ansia scolastica nei giovani e giovanissimi, che sono negli ultimi anni in rapidissimo aumento. Lungi da noi banalizzare un disturbo complesso come quello dell’ansia, che non ha normalmente una sola causa, ma ne raccoglie diverse, ci troviamo però nella condizione come agenzia educativa di interrogarci sul nostro ruolo in questo complicato scenario.
La scuola è per antonomasia il luogo della performance e della valutazione, che di per sé non è da cestinare, ma che va affiancata ad un solido lavoro di analisi personale, affinché il bambino possa affrancarsi dalla sola immagine oggettiva che viene riportata tramite la valutazione e abbia gli strumenti per costruire un’immagine di sé stesso più critica e soggettiva, che sia specchio di lui come individuo, non come risultato.

Ma partiamo dalle definizioni:

valutazione
/va·lu·ta·zió·ne/
sostantivo femminile
Acquisizione di elementi che consentono di verificare l’efficacia di un intervento educativo e il profitto dell’allievo.

autovalutazione
/au·to·va·lu·ta·zió·ne/
sostantivo femminile
Valutazione delle proprie prestazioni e dei risultati ottenuti in relazione a un obiettivo prestabilito.
Processo riflessivo sia di chi apprende sia di chi insegna. Per i primi, consiste nell’elencare e definire quanto appreso, individuando così le eventuali ulteriori necessità. Per i secondi, nell’individuazione di strumenti di esame critico dell’efficacia della propria azione didattica.

Sul concetto di valutazione spenderò poche parole, a tutti è chiaro che si parla di un processo che implica una misurazione oggettiva da parte di un soggetto terzo, di un risultato in base a certe premesse.
Parlando invece di autovalutazione, una delle prime parole che salta alla mente è relazione.
Può sembrare un controsenso che si parli di relazione riguardo ad un concetto autoreferenziale, in realtà il processo di autovalutazione mette in campo molteplici relazioni: con sé stessi, con un sistema di parametri di riferimento, con le aspettative della propria cerchia familiare, dell’insegnante e dei pari. È un processo che toglie il focus dalla performance oggettiva e mette al centro il bambino con l’esperienza che lo ha portato ai risultati ottenuti. Imparando ad autovalutarsi individualmente il bambino impara ad analizzare l’efficacia delle sue azioni e del suo impegno personale e in classe, in funzione del risultato e del suo stato d’animo. Questo è un processo logico di base, ma che diventa una competenza fondamentale per orientarsi nel mondo della vita adulta. Inoltre il bambino autovalutandosi ha l’opportunità di riflettere sulla condizione emotiva che lo ha accompagnato durante la preparazione al momento della prova e sulle sue emozioni del momento stesso. Questo lavoro è fondamentale per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e la capacità di regolare i propri sentimenti anche in momenti di stress, o al limite di essere consapevoli e attuare strumenti compensativi a sostegno di una eventuale fragilità.
Il momento di autocorrezione di gruppo e autovalutazione in classe diventa poi un prezioso strumento formativo: i bambini si confrontano e sostengono a vicenda ritornando su concetti non chiari o rinforzando passaggi acquisiti, hanno l’occasione di ragionare sulle risposte che hanno dato e sui loro perché, in un esercizio di critica e dialettica di gran valore e crescita cognitiva. Non mi dilungo su quanto sia un preziosissimo elemento anche per l’insegnante, il quale dall’ascolto delle autovalutazioni dei bambini può dedurre importanti feedback sul proprio lavoro e sul clima di apprendimento della classe.
Nei fatti, il momento dell’autovalutazione diventa un disinnescante dell’ansia da prestazione. Limitato lo stress mentale, il bambino sarà così libero di riflettere lucidamente sul proprio lavoro e sul proprio percorso. Creandosi una propria opinione personale il bambino è anche in grado di accogliere la valutazione oggettiva come strumento di crescita e confronto, non come elemento di pressione sociale.
Gli obiettivi principali dell’autovalutazione sono: la responsabilizzazione del bambino, costruzione dell’autonomia di lavoro, far percepire la valutazione non come un giudizio ma come uno strumento, comprendere i soggetti coinvolti e gli obiettivi del processo valutativo.
Il nostro goal e il motivo per cui il processo di valutazione nella nostra scuola comprende anche uno strutturato e completo momento di autovalutazione, è che i bambini siano capaci di crescere consapevoli del loro percorso, senza ansie e paure, in una sana costruttiva competizione tra compagni che lavorano per lo stesso obiettivo e in grado di farsi guidare dall’adulto nello sviluppo delle proprie potenzialità. Per arrivare fin qui il bilanciamento emotivo è fondamentale.

L’autovalutazione è solo uno degli strumenti che ad EducatioNest utilizziamo quotidianamente per aiutare i nostri bambini a vivere serenamente il loro percorso formativo. Sin dai primi anni del nido d’infanzia infatti i bambini vivono un ambiente nel quale il rispetto, la sospensione del giudizio, la guida positiva e la gentilezza sono i valori centrali. Le regole della nostra comunità scolastica sono pensate e decise da ragazzi e adulti insieme e l’insegnare ad affrontare le logiche conseguenze delle proprie azioni è sempre preferito ad una punizione esemplare o riprensione. Non siamo la scuola delle stelline (o cuoricini!) al merito o demerito, perchè crediamo che ogni individuo abbia valore e debba esistere ad essere riconosciuto in quanto tale, non per ciò che produce.
In questo clima ogni talento, ma anche qualsiasi fragilità che dovesse manifestarsi, fisiologico conflitto tra amici, qualsiasi deviazione della traiettoria viene accolta e vissuta insieme, sostenendo i bambini in questo magnifico e talvolta complesso percorso che è crescere.


“Qualunque gesto di gentilezza do o ricevo mi sento sempre responsabile delle mie emozioni
V. V., 5th grade

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